L’autopsia sul detenuto: arresto cardiaco, le analisi diranno se per eccesso di farmaci

La famiglia insiste sull’errore nella terapia per Domenico Di Rocco: campioni affidati al perito tossicologo. Trovati traumi di una precedente aggressione da un compagno di cella

TERAMO – Il detenuto di Giulianova trovato senza vita nella sua cella del carcere di Castrogno è morto molto verosimilmente per un infarto ma soltanto gli esami tossicologici potranno chiarire se l’attacco cardiaco sia correlato all’assunzione di una dose eccessiva di farmaci, come sostiene la famiglia. L’autopsia sulla salma di Domenico Di Rocco, eseguita nel pomeriggio all’obitorio dell’ospedale Mazzini di Teramo dal medico legale Pino Sciarra, ha consegnato al magistrato inquirente la conferma della causa cardiaca alla base della morte del 46enne.

Domattina la salma sarà restituita ai famigliari, mentre sarà il medico legale Rino Froldi, dell’istituto di medicina legale di Macerata, ad eseguire l’approfondimento attraverso le analisi sui campioni biologici a cercare tracce di sovraccarico farmacologico sull’organismo che potrebbero aver indotto il cedimento cardiaco. E’ infatti sull’ipotesi avanzata dai famigliari che al congiunto sia stato somministrato un dosaggio maggiore rispetto alla terapia prescritta per la patologia psichiatrica, che la procura ha iscritto sul registro degli. indagati due infermieri e un medico che in un ravvicinato arco temporale precedente alla morte del detenuto di Giulianova, hanno effettuato controlli sulla vittima e somministrato medicinali. Va però riferito che i dosaggi ricevuti sembrerebbero non tali da poterne provocare il decesso.

Così come non c’è rapporto di causalità con alcune ecchimosi rilevate dall’autopsia sul volto e sul petto dell’uomo: era stato lui stesso a confidare alla madre, nel corso di un colloquio in carcere, di aver avuto un litigio con un compagno di cella extracomunitario che lo aveva colpito con dei pugni.

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